Parole

Parole, vocaboli, lemmi...

... che ho il piacere di raccogliere e... cogliere...


distopia

s. f. [comp. di dis-2 e (u)topia]. – Previsione, descrizione o rappresentazione di uno stato di cose futuro, con cui, contrariamente all’utopia e per lo più in aperta polemica con tendenze avvertite nel presente, si prefigurano situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi (equivale quindi a utopia negativa): le d. della più recente letteratura fantascientifica.

 

muffola

1 Tipo di guanto a manopola che lascia libero solo il pollice: le m. imbottite degli sciatori

2 tecn. In alcuni tipi di forni (detti appunto a m.), usati soprattutto nei laboratori chimici, di ceramica o nelle vetrerie, calotta di materiale refrattario che protegge gli oggetti sottoposti a riscaldamento o a cottura dalla fiamma diretta del combustibile; in elettrotecnica, involucro di protezione, perlopiù in alluminio, che avvolge la parte terminale di certi cavi

• sec. XVI (2); a. 1917 (1)

 

mutria
La definizione di mutria nel dizionario online è faccia arcigna, aggrondata, per sdegno o per alterigia. Mutria è anche sfrontatezza, sfacciataggine: ci vuole una bella m. per chiedere certi favori. La mutria cretina (Pasolini): i guerrafondai, i cani ringhianti del sistema.

 

obsolescènza s. f. [der. del lat. obsolescĕre; v. obsoleto]. – In genere, invecchiamento, superamento (di istituzioni, strutture, manufatti e sim.); più specificamente, la perdita di efficienza e di valore economico subiti da un apparecchio, da un impianto, da una tecnologia a causa del progresso tecnologico, ossia dell’immissione sul mercato di nuovi macchinarî che, producendo a costi più bassi, rendono non più competitivi quelli esistenti. Il termine è usato anche con riferimento a beni di consumo (per es., automobili, elettrodomestici o calcolatori) di cui vengono presentati nuove forme o perfezionamenti che inducono ad abbandonare il vecchio modello.

 

post-verità

s. f. Argomentazione, caratterizzata da un forte appello all'emotività, che basandosi su credenze diffuse e non su fatti verificati tende a essere accettata come veritiera, influenzando l'opinione pubblica. Sarà verità sovversiva, dice Letta, e invece siamo tuttora immersi in quella che è stata chiamata - da quando Bush iniziò la guerra in Iraq - l'era della post-verità: degli eufemismi che imbelliscono i fatti, dei vocaboli contrari a quel che intendono. (Barbara Spinelli, Repubblica, 1° maggio 2013, p. 1, Prima pagina) La terza notizia interessante è che la scelta del termine post-truth era stata compiuta già prima che i risultati delle elezioni americane fossero noti. È proprio la recente campagna elettorale statunitense a offrirci una collezione di elementi tale da restituire una vivida idea di quel che significa vivere ai tempi della post-verità. (Annamaria Testa, Internazionale.it, 22 novembre 2016, Opinioni) [tit.] Post-verità? Nuova Inquisizione! (Beppegrillo.it, 30 dicembre 2016) C'è un dibattito in corso nel Paese delle balle di Stato, quello di Ustica e del caso Moro per capirci, che ha del surreale. Fior di intellettuali, giornalisti, politici, magistrati e salumieri, con l'aiuto della suocera, discutono sul fatto che l'Italia sarebbe entrata nell'era della post-verità. (Tommaso Cerno, Espresso, 8 gennaio 2017, p. 9, Editoriale) Vattimo, anche se nessuno lo dice, è il vero inventore, a livello di cultura mediatica, della post-verità. […] Solo che, ecco una bella differenza con gli attuali "utilizzatori finali" del termine, Vattimo dava un valore positivo e non negativo al fenomeno: abbandonare la verità, ovvero riconvertirla sotto forma retorica, era per lui un processo di emancipazione, liberazione, affrancamento da quei dispositivi di morte che erano in ultima analisi le "forme della verità" ereditate dalla grande tradizione della metafisica occidentale. (Corrado Ocone, Huffington Post, 9 gennaio 2017, Post).
Derivato dal s. f. verità con l’aggiunta del prefisso post-, sul modello dell'ingl. Post-Truth (in ingl. loc. agg.le, di solito riferita a politics 'politica'), attestato per la prima volta nel 1992, secondo gli Oxford Dictionaries, in un articolo del drammaturgo serbo-americano Steve Tesich, comparso nella rivista «The Nation».

  

resilienza 
[dal lat. resĭliens, genit. resiliĕntis, part. pres. di resilīre ‘saltare indietro, rimbalzare’, comp. di re- e salīre ‘saltare’. V. salire ☼ 1855]
s. f.
1 (fis.) capacità di un materiale di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi
2 (psicol.) idoneità di una persona ad affrontare le avversità e a superarle

 

sciovinismo
Atteggiamento di nazionalismo esasperato e intollerante, che nega i valori e i diritti degli altri popoli e nazioni. Il termine, di origine francese, deriva dal nome di N. Chauvin, soldato fedelissimo di Napoleone, divenuto simbolo del patriota fanatico ed esaltato.

 

serendipità

Lo scoprire qualcosa di inatteso e importante che non ha nulla a che vedere con quanto ci si proponeva o si pensava di trovare | attitudine a fare scoperte fortunate e impreviste; capacità di cogliere e interpretare correttamente un fatto rilevante che si presenti in modo inatteso e casuale

Etimologia: ← dall’ingl. serendipity, da serendip, antico nome arabo di ceylon; il sign. del termine trae origine dalla fiaba persiana i tre principi di serendip, nella quale gli eroi protagonisti posseggono il dono naturale di trovare cose di valore non cercate. 

  

tycoon

‹taikùun› s. angloamer. [dal giapp. taikun, che a sua volta è comp. delle voci cin. ta «grande» e chun«dominatore»] (pl. tycoons ‹taikùun∫›), usato in ital. al masch. – Magnate dell’economia e dell’industria, grande proprietario o dirigente industriale: i tycoons della finanza; un tycoon del petrolio.