Un lungo viaggio

Ho scritto la mia autobiografia durante il percorso formativo presso la Libera università dell'autobiografia di Anghiari ottenendo nel settembre del 2004 il diploma di Esperto in metodologie autobiografiche.

Ho intitolato l'autobiografia "Un lungo viaggio" e presento qui la Premessa e poi una parte dell'Introduzione. Il testo autobiografico, corredato anche da alcune fotografie, comprende circa 100 pagine scritte al computer ma non la pubblico qui per rispettare la mia privacy e quella delle persone menzionate


Un lungo viaggio...
Un lungo viaggio...

Premessa

La scrittura di questo testo ha avuto inizio durante le vacanze di Natale del 2003 e, a dire la verità, soprattutto nel corso delle prime settimane, mi ha causato qualche sofferenza. Mi è capitato più volte di affrontare alcuni capitoli bui e di riaprire delle ferite che credevo ormai guarite.

 

Ma non era così! È stato necessario prestare loro il massimo delle cure con la speranza di poterle considerare definitivamente rimarginate.

Le cicatrici rimangono e sono ben visibili … ma non causano più dolore: sono dunque molto contento del lavoro introspettivo intrapreso!

 

Ho deciso sin dall'inizio di intitolare questo lavoro "Un lungo viaggio" e, a mano a mano che proseguivo nella scrittura, ne intravedevo, forse con una certa presunzione, più livelli di lettura.

 

 

Il lungo viaggio è …

… una serie di traslochi o forse, meglio, di dislocazioni, da un paese all'altro del cantone Ticino …

… una somma di piccoli e grandi viaggi in giro per il mondo, con lo sguardo sempre rivolto all'oriente, con una forte pulsione che mi spinge a "fare le valigie" per poi provare un sentimento di nostalgia che mi chiede di tornare a casa...

 

Ma si tratta anche di un lungo viaggio attraverso le emozioni che, a volte, mi travolgono completamente e mi trasportano verso altre spiagge così come può capitare ad una piccola imbarcazione che venga a trovarsi in mezzo ad un mare in burrasca.

 

E, ancora, mi piace pensare di aver finora "navigato" nell'animo femminile, alla ricerca di un ultimo approdo che però non arriva mai, affascinato dalla continua scoperta di un oceano illimitato, origine di ogni forma di vita.

 

Ma, probabilmente, proprio scrivendo questa autobiografia, ho intrapreso la parte più importante di un viaggio interiore, alla scoperta di me stesso, così da sentirmi almeno un po' un "entronauta[1]".

 

Dunque, ecco dispiegate le vele, uno sguardo alla bussola e all'orizzonte: sono pronto per salpare…



[1] neologismo utilizzato da Piero Scanziani per intitolare un suo libro

 


Norberto jun. a Giubiasco
Norberto jun. a Giubiasco

Introduzione

Sono nato a Locarno il 10 dicembre 1946 alle 21:00. Proprio così è scritto in francese sul mio album fotografico che conservo come una reliquia e la cui prima pagina reca la scritta, bianca su cartoncino nero, "Souvenir de Papà et Maman - octobre 1947". Una delle foto ritrae la casa natale che, poco tempo dopo la mia nascita, è stata demolita per lasciare posto ad altri caseggiati.

 

Un altro reperto intitolato "Naître et grandir - conseils aux mamans" oltre a riportare i miei progressi ponderali, l'apparizione dei primi denti e le altre tappe classiche (il sorridere, il camminare, ecc.) dice nella pagina iniziale che alla nascita pesavo 3 kg, ero lungo 50 cm e alla voce "Particularités" una mano generosa ha scritto "normal". Meno male, mi sono detto scambiando qualche battuta sull'argomento.

 

Ma il libretto "Mon enfant" mi dà ancora molte altre indicazioni che riguardano il mio battesimo e contiene anche un foglio scritto da mia mamma che, per 22 giorni di fila, nell'agosto del mio primo anno di vita, ha registrato le fasi alterne di una gastroenterite con l'annotazione di tutte le cure prescritte da un consulto di tre medici che si erano dati da fare per salvarmi la vita: così mi è stato più volte raccontato dai miei genitori.

 

Al momento della mia nascita, mia mamma Alice[1] (da pronunciare alla francese, infatti è attinente di Saint-Croix nel canton Vaud) aveva 27 anni mentre mio papà ne aveva 38.

 

Guardando le loro fotografie constato una volta ancora di sapere molto poco del loro passato … non so nemmeno quando si siano conosciuti e, forse anche a causa di questo piccolo mistero, sento come un nodo alla gola, sono un po' melanconico e un po' sognatore ad occhi aperti: penso al loro primo incontro, all'innamoramento … alle parole sussurrate, al batticuore di entrambi, all'emozione procurata dall'annuncio della confermata nuova gestazione …



[1] negli atti Rosalie Alice Martin

 


Due donne importanti

Ecco mia mamma Alice (nata Martin) e sua mamma Rosa, mia nonna materna, nata Hasler , poi vedova Meyer ed in seguito moglie di Auguste Martin (mio nonno materno).